martedì 17 dicembre 2013

Sanità: meno letti, più 'Case della Salute'

di Federica Angelini (da "Ravenna & Dintorni" - 1 dicembre 2013)
L’introduzione di figure dai nomi vagamente avveniristici come il bed manager per la gestione della “risorsa posto letto” da affiancare all’infermiere clinico case manager (evoluzione dell’infermiere di riferimento), l’intensità di cura come faro per la riorganizzazione di risorse umane, economiche e logistiche. Ecco il prossimo futuro per l’Ausl ravennate e non si diano colpe o meriti all’imminente avvio dell’Ausl unica romagnola. Qui infatti si parla della riorganizzazione dell’esistente in ambito ravennate secondo un corposo e dettagliato progetto elaborato in sede di Conferenza dei servizi. Un documento ormai approvato, che ha ottenuto anche il placet dei sindacati con cui ora si continuerà a discutere di tempistiche e modalità operative. Ma la sostanza è già nero su bianco. Ed è proprio questo, molto più che l’avvento dell’Ausl unica, che comporterà cambiamenti per gli utenti e i pazienti. Ecco alcune delle novità in arrivo.

L’ospedale? Un reticolo di piattaforme
L’idea è quella sempre più di integrare i tre ospedali presenti sul territorio provinciale (Ravenna, Faenza e Lugo) in un unico governo centrale ma senza far venire meno l’erogazione delle prestazioni meno specialistiche, per esempio in chirurgia o in cardiologia, in tutti e tre i presidi. L’idea insomma è che siano le equipe mediche a spostarsi e i pazienti possano ricevere almeno le prestazioni più ordinarie nel presidio a loro più vicino. Ognuno dei tre ospedali, all’interno, sarà invece riorganizzato in piattaforme (come in realtà già in parte accade per esempio a Lugo). Una piattaforma è, si legge, «un punto di aggregazione di un insieme di attività governate e presidiate da più figure mediche e tecnico-infermieristiche». Si tratta insomma di un’organizzazione degli spazi dove  coabitano più discipline specialistiche fino a dar vita, per esempio, ad aree di degenza comuni per ottimizzare le risorse.

I posti letto? Destinati a calare
L’obiettivo è arrivare ai 3,7 per 1000 abitanti indicato da un decreto governativo del 2012, il che significa, tagliare. E sarà proprio attraverso la costituzione delle piattaforme, a cui si unirà una riduzione della durata di alcune degenze e la diffusione delle case della salute, che si arriverà a ottimizzare i posti letto, governati appunto da figure professionali infermieristiche in parte nuove, come il bed manager.  In pratica si dovrebbe arrivare a una riduzione, certa, in tutto di 44 posti letto a Ravenna, 43 a Lugo e 41 a Faenza, che potrebbe però salire fino a 150 posti.

Il personale: da recuperare e ricollocare
Altro obiettivo centrale della riorganizzazione è reperire risorse umane per far fronte al blocco del turn over. A oggi infatti la regione permette di sostituire solo il 30 percento del personale che va in pensione. Questo significa che è in atto una riduzione costante del personale anche sanitario che verrà appunto compensata dalla riorganizzazione. In tutto sarebbero una settantina gli infermieri recuperati dal taglio dei posti letto e una ventina gli operatori socio sanitari che andranno in parte a sostituire appunto le persone che andranno in pensione a fine 2013, in parte verranno impiegati nel potenziamento delle strutture territoriali, vero nodo centrale di questa riorganizzazione e che, sulla carta, dovrebbero riuscire a coniugare risparmi con una migliore qualità assistenziale.

La grande novità: le case della salute

Alcune già esistono, altre stanno prendendo il via. Si tratta di strutture sanitarie al cui interno si troveranno non solo ambulatori per le visite, ma un luogo dove eseguire prelievi e controlli e in generale a cui potranno rivolgersi soprattutto i pazienti cronici che non hanno bisogno di ospedalizzazione, ma di contatti continui con la struttura sanitaria (un esempio per tutti possono essere i diabetici). Le case della salute potranno interagire su una molteciplità di campi tra cui anche la salute mentale, la pediatria, rapporti con le residenze per gli anziani, palestre per fisioterapia, sert, servizi come la neuropshichiatria infantile e la logopedia. Non solo, all’interno delle case della salute troveranno posto anche gli assistenti sociali per coordinarsi in tutti quei casi che richiedono l’intervento di più figure professionali, come nei casi di dipendenze. Infine, le case della salute, che dovrebbero arrivare a offrire un servizio 24 ore su 24, dovranno operare in stretto contatto con i cosiddetti medici di base che potranno addirittura avere i loro ambulatori all’interno e che dovrebbero offrire un servizio costante, turnandosi. Dopo Russi stanno aprendo a Fusignano, Alfonsine, Bagnacavallo, Brisighella ossia in tutti i luoghi dove non esiste un ospedale (talvolta hanno sede in ospedali dismessi come a Russi e Alfonsine) che avranno la priorità rispetto ai centri maggiori.

Rules of engagement per il Pronto soccorso
Tra i protocolli che saranno rivisti ci sono anche quelli per l’accettazione al pronto soccorso, pronto soccorso che potrà direttamente inviare i pazienti che non necessitano di ricovero, alle case della salute. Le norme che regolano questi protocolli sono definiti in gergo tecnico “Rules of engagement”, ovvero regole di ingaggio. Come nell’esercito.

In soldoni: tagli e risparmi

Una quantificazione esatta dei risparmi non siamo riusciti a ottenerla, ma questo progetto rientra nei parametri individuati e fa i conti con un costante cale di risorse. Basti dire che nel 2012 l’Ausl ravennate, il cui bilancio si aggira su varie centinaia dimilioni di euro, ha dovuto fare con 7milioni di euro in meno rispetto al 2011 e nel 2013 con 24 milioni in meno rispetto all’anno precedente, vale a dire con 35 in meno rispetto ad appena due anni prima. La Regione fa sapere che la spesa pro capite per la salute è calata del 6,1 percento.

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